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Lo studio del caso ortodontico a cura del dott Enzo Agosto, ortodontista

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Lo studio del caso ortodontico a cura del dott Enzo Agosto, ortodontista

Vi sono poi malocclusioni conseguenti a fattori ambientali quali: il succhiamento delle dita, la spinta linguale sui denti, le vie aeree ristrette a causa di tonsille ed adenoidi ipertrofiche, i traumi ai denti e ai mascellari, le malattie dentali e la perdita prematura dei denti da latte o permanenti. La pratica dell’ortodonzia prevede la prevenzione delle malocclusioni partendo dallo studio del caso e successivamente l’applicazione e il controllo degli apparecchi correttivi al fine di trattare e risolvere queste anomalie.

Ma cosa si intende per “lo studio del caso ortodontico”? 

Per delineare un corretto piano di trattamento individuale sono necessarie le seguenti analisi di studio del caso:
-Anamnesi generale e specialistica
-Radiografia panoramica e teleradiografia del cranio con relativa analisi cefalometrica
-Modelli in gesso dei denti
-Fotografie del viso e delle arcate dentarie

Sulla base dell’esame clinico e delle analisi di studio effettuate, l’ortodontista elaborerà il piano di trattamento individuale. Successivamente si convoca il paziente per discutere il caso, chiarire eventuali dubbi e per definire il costo della terapia.

Generalmente la terapia ortodontica si può dividere in due fasi:

La prima fase può iniziare precocemente quando i denti da latte sono ancora presenti. Il fine di tale ciclo è di bloccare le disarmonie dentali e scheletriche che, se non corrette in fase di crescita, potranno complicare notevolmente i futuri trattamenti.
La seconda fase inizia di solito ad eruzione completa di tutti i denti permanenti (11-12 anni) e permette di coordinare in modo ottimale i loro rapporti, al fine di raggiungere gli obbiettivi prefissati dal piano di trattamento.

La durata della terapia ortodontica è in stretto rapporto con le fasi precedentemente descritte.
Terminata la fase attiva di trattamento con la rimozione dell’apparecchiatura fissa, verrà consegnato ed applicato l’apparecchio di contenzione più idoneo al caso. Lo scopo di tale dispositivo è di assicurare l’assestamento dei denti nella posizione acquisita dopo la terapia attiva permettendo alle ossa , ai muscoli e ai tessuti molli di adattarsi a questa nuova situazione.
In genere la durata è di 1-2 anni o più a seconda del caso.
Tale periodo è di grande importanza quanto quello della terapia attiva e serve per evitare movimenti dentali non desiderati (recidive).